Il dizionario


Cosa sono le combinazioni lessicali?

Le "Combinazioni Lessicali" (CL) sono associazioni privilegiate di parole (altrimenti dette "collocazioni") caratterizzate da un grado più o meno accentuato di coesione interna che si riflette solitamente nella loro maggiore frequenza d’uso.

Nel DCL sono trattate le combinazioni Verbo-Nome, Nome-Verbo, Nome-Aggettivo, Verbo-Avverbio, Avverbio-Aggettivoe Nome-Nome.

Si considerino ad es. le seguenti espressioni:

  • acquistare la CITTADINANZA italiana
  • si è scatenato un vero e proprio NUBIFRAGIO
  • comportarsi da perfetto GENTILUOMO
  • un atto di INDISCIPLINA
  • il mare MORMORAVA sommessamente
  • prezzi fortemente COMPETITIVI
  • un ampio ventaglio di POSSIBILITÀ

Il legame privilegiato che unisce i costituenti di tali espressioni finisce per stabilire tra di essi una sorta di "ponte", creando nell’interlocutore (o nel lettore) un meccanismo di attesa che facilita la ricezione e la comprensione del messaggio linguistico.

Consideriamo la combinazione colmare un divario. Se in un testo manoscritto il verbo colmare dovesse risultare per qualunque motivo illeggibile, un madrelingua sarebbe in grado, in virtù della sua competenza linguistica, di ricostruirlo grazie al particolare legame che unisce tra loro divario e colmare.

Ciò che caratterizza queste combinazioni è che il legame fra i due costituenti è spesso immotivato o imprevedibile.  Ad esempio nell’espressione bandire un concorso la scelta di "bandire" rispetto a potenziali concorrenti come *lanciare o *avviare, non è deducibile dalla base, per cui l’espressione va appresa come unità lessicale a sè stante. In altre combinazioni ristrette la scelta del secondo costituente mantiene una certa prevedibilità, anche se la scelta del vocabolo corretto richiede comunque un certo grado di competenza linguistica. Questo avviene ad esempio nelle combinazioni legate da un rapporto di "solidarietà semantica", definibili come quelle in cui la scelta del termine da collocare è condizionata dai tratti caratteristici della base (parcheggiare l’auto, indossare un abito; il cane abbaia, il gatto miagola).

A chi si rivolge il DCL

Il DCL è lo strumento indispensabile per tutti coloro che vogliono scrivere correttamente e con proprietà di linguaggio. Primo del suo genere per la lingua italiana, il DCL vi permetterà di trovare quella parola che avete "sulla punta della lingua". Pertanto si rivolge a studenti, traduttori, giornalisti e in generale a tutti gli scriventi di madrelingua italiana e, perché no, anche agli studenti di italiano lingua seconda.

Il DCL è stato ideato per un uso attivo, scolastico o professionale della lingua (tema, lettera, traduzione, articolo giornalistico, relazione aziendale). Con i suoi 6.700 lemmi e oltre 110.000 combinazioni tratte dall’italiano "dell’uso", propone esempi reali nel loro contesto e costituisce una fonte di ispirazione costante per tutti coloro che scrivono.

Come si adopera il DCL

Il DCL è stato strutturato per favorire la rapidità nella ricerca dell’informazione.
La ricerca viene "lanciata" a partire da una base, cioè un lemma che può essere un nome, un verbo o un aggettivo.

Se ad es. consideriamo la frase "la notizia della sciagura ci ha ____ d’angoscia" è possibile che taluni non sappiano immediatamente reperire un verbo che dia alla frase il significato di "ci ha causato grande angoscia". Partendo dalla base nominale ANGOSCIA, Il DCL ci suggerisce opportunamente l’espressione "riempire d’ANGOSCIA".
La Base (in maiuscolo negli esempi riportati in apertura) è quindi la parte del discorso (nome, verbo o aggettivo) a partire dalla quale viene avviato il processo di generazione del sintagma che costituisce la combinazione.

Con riferimento agli esempi riportati in apertura, il percorso di ricerca tipico si sviluppa nel modo seguente:

Nome ⇒ Verbo (che cosa si fa tipicamente della/con la CITTADINANZA")
Nome ⇒ Aggettivo (come può essere qualificato un GENTILUOMO per accentuarne il carattere di signorilità?)
Nome ⇒ Nome (come esprimere il concetto di "una singola manifestazione" di INDISCIPLINA o quello di "un certo numero" di POSSIBILITÀ?)
Verbo ⇒ Avverbio (come può essere modificato il senso di MORMORARE con riferimento al mare per accentuare il carattere di leggerezza del rumore di sottofondo?)
Aggettivo ⇒ Avverbio (come conferire una maggiore intensità all’aggettivo COMPETITIVO?)

Tale modalità di ricerca, che opera in una dimensione sintagmatica, cioè per associazioni di parole, è sicuramente molto più efficace della tradizionale ricerca per sinonimi (paradigmatica), come illustrato dagli esempi che seguono.
La ricerca di un sinonimo richiede una parola semanticamente vicina su cui basare la ricerca del termine voluto. Non è però detto che il parlante (o lo scrivente) dispongano di un vocabolo di significato abbastanza prossimo dal quale "lanciare" la ricerca. Nell’esempio precedente (trovare un verbo dell’intensità voluta combinabile con angoscia), non viene in mente niente di meglio che causare. I sinonimi "procurare" o "arrecare" non servono a dare al verbo l’intensità desiderata. Oltretutto, una delle proprietà di quella particolare categoria di CL definite collocazioni è che uno dei costituenti assume in quella particolare combinazione un significato figurato, per cui i sinonimi reperibili (imbottire, farcire...) risultano inservibili allo scopo.
Immaginiamo che si voglia esprimere il concetto che una norma è divenuta "desueta" e si voglia, per ragioni sintattiche o per evitare cacofonie, costruire il periodo usando la parola "desuetudine". Sotto desuetudine troviamo appunto cadere (la norma è caduta in desuetudine). Anche in questo caso il significato figurato assunto da "cadere" in questa particolare combinazione rende praticamente impossibile la ricerca di un sinonimo: né "passare" (*passare in desuetudine) né "entrare" (*entrare in desuetudine) possono costituire validi punti di partenza per questa ricerca.

Altro esempio: la frequente esigenza di sostituire i troppo generici verbi "fare", "avere" o "essere" con un verbo più proprio - come in: il ginnasta [ha fatto > ha eseguito] un esercizio difficilissimo oppure il ragazzo [aveva > nutriva] grandi aspettative o ancora il nuovo lavoro [è stato > ha segnato] per lui una grande svolta - non può essere soddisfatta in modo efficiente dalla ricerca per sinonimi visto che negli esempi riportati un rapporto di sinonimia esiste solo tra fare ed eseguire, ma non certamente fra nutrire e avere o fra segnare ed essere.