Google Traduttore o Traduttore Google?


Tutti abbiamo avuto prima o poi a che fare con questo programma di Machine Translation, magari per tradurre rapidamente una breve frase in inglese o per comprendere il senso generale di una pagina web in una lingua esotica.

Voglio però soffermarmi sull'aspetto traduttivo del nome della potente risorsa Google: perché Google traduttore e non Traduttore Google, che sembrerebbe a prima vista più naturale? È una scelta traduttiva deliberata o semplicemente una traduzione poco adeguata?

Propenderei di primo acchito per l'ipotesi della involontarietà della traduzione. Mi sembra un ulteriore caso di discourse transfer, ossia la tendenza delle traduzioni a ricalcare la struttura grammaticale, sintattica e pragmatica della lingua originale. Il discourse transfer è uno dei numerosi universali traduttivi che sono stati identificati dagli studiosi di traduttologia. Nulla di metafisico. Questi "universali" non sono altro che i tratti caratteristici mostrati da tutti i testi tradotti, a prescindere dalla lingua di partenza. Gli universali traduttivi sono stati proposti all'attenzione degli studiosi da Gideon Toury e dalla sua Scuola di Tel Aviv negli anni '80, per essere poi ripresi e diffusi da M. Baker e S. Laviosa- Braithwait negli anni '90.

Uno degli effetti talora prodotti dal discourse transfer è quello dello spostamento del focus informativo all'interno del sintagma o della frase.

Si consideri la seguente frase, tratta da H. Van Siller (1969), Come in un libro giallo (ed. orig. The Biltmore call, trad. it M. Fanoli, Milano Mondadori), citata da Giuliana Garzone in "Osservazioni sull'assetto del testo italiano tradotto dall'inglese" in L'Italiano delle traduzioni, a cura di A. Cardinaletti e G. Garzone:

Un minuto dopo si sentì bussare alla porta e Hugh Alcott entrò nella stanza, senza neppur notare che era stato il tenente Peters a aprirgli (p. 141).

Osserva giustamente Garzone: "se si tiene conto del fatto che del personaggio Hugh Alcott non si parla nei paragrafi né nelle pagine immediatamente precedenti sicché il suo ingresso non è per nulla atteso, risulta ovvio che l'ordine corretto delle parole sarebbe stato entrò Hugh Alcott con il soggetto in posizione rematica, in quanto esso introduce informazione classificabile come "nuova".

Nel caso di "Google traduttore" è possibile che abbia influito un meccanismo di questo tipo. Ma non si può neanche escludere che il traduttore abbia volontariamente rinunciato alla soluzione che sembrerebbe più naturale – se non altro per analogia con i "traduttori" formato calcolatrice in vendita nelle cartolerie - per conferire alla risorsa Google un carattere "umano" che dopo tutto non dispiace. Quasi a dare l'impressione di essere accompagnati da un traduttore/interprete in carne ed ossa che ti assiste nel momento del balbettìo linguistico.